CONTRIBUTI LIBERI E INDIPENDENTI

In questa sezione ospiteremo, senza censura, i contributi liberi ed indipendenti di chi non si rassegna a subire la marea e la melassa della informazione “mainstream”.

(da Nicola Guerra)

MORIRE NELLA MONNEZZA

Durante questa lunga crisi pandemica dalla quale siamo ancora lontani dall’essere liberi, i quotidiani nazionali si sono distinti per registri linguistici che si muovono tra linguaggio della strada e formule che attribuivamo, nei tempi della guerra fredda, alla Pravda. Una comunicazione violenta e volgare contro ogni critica al pensiero dominante. Non un registro ironico nei confronti di coloro che vedono nel vaccino il controllo dei cervelli attraverso nanocellule, o intrecci col 5G, che ci potrebbe anche stare. Ma proprio una volgare e rabbiosa delegittimazione di ogni pensiero non conforme. Neanche mascherata con toni scientifici, ma proprio esercitata con ricorso al linguaggio della strada, all’insulto, all’augurio di sparire dalla faccia della terra. In democrazia le istituzioni dovrebbero esercitare il convincimento nel nome del bene comune attraverso la delucidazione. Cosa mancata attraverso centinaia di moduli, informazioni incoerenti (dagli aperitivi cinesi a moriremo tutti), truffe su mascherine, tamponi un giorno inaffidabili e il giorno dopo ammessi e, non ultimo (si vedano i giornali di oggi) la diffusione di voci strampalate su cure alternative a base di vitamina C o altri farmaci non indicati. Si è cominciato con la guerra ai runner, la caccia perpetua all’untore e si è proseguito in un accrescersi di toni volgari e violenti. Il critico della vaccinazione perpetua (non il farneticante) o del green pass è diventato nei media il criminale da perseguire, il reietto. Poco importa che uno stato bislacco avesse esteso senza riscontri scientifici il green pass ben oltre la copertura vaccinale, dovendo fare molteplici marce indietro. Poco importa che anche EMA avanzi dubbi sui booster e ancor più sulla quarta dose. Chiunque avanzi ragionamenti anche scientifici ma non conformi va annientato, umiliato, escluso. E così si arriva al Corrierone che augura a Nole di morire nella monnezza. Toni che a confronto la Pravda era edita dall’istituto liberale mondiale, ma nessuno pare accorgersene. Toni violenti in un paese il cui parlamento è ridotto a passacarte e in cui si auspica l’uomo della provvidenza non dovrebbero far riflettere? No, evidentemente no. Si va avanti in un clima da anno mille e di caccia alle streghe. Tanto ormai tutto si può chiamare democrazia.


(da Nicola Guerra)

DEMOCRAZIA E’ …

DEMOCRAZIA È….Osservando i quotidiani italiani c’è da impallidire. Una narrativa apocalittica sul Covid che si traduce in un asservimento totale e indistinto al governo di Supermario. Nessuno spunto critico, neanche sulla gestione disordinata dell’emergenza sanitaria. Il primo paese europeo che pone obbligo vaccinale agli over 50 (ci sarà ancora il foglio per gli under 50 che si assumono la responsabilità personale della vaccinazione?) che in caso di disobbedienza saranno multati da 600 a 1100 euro e perderanno il lavoro (e chi il lavoro non lo ha? Ammenda?) ma delibera un tana libera tutti sui tamponi. Hai preso il Covid? Fai un antigenico (che da settimane è segnalato come inefficace per Omicron) e vai dove vuoi. Sei stato a cena con positivi? Nessun problema indossa una FFP2 e vai dove ti pare, sul bus, al supermercato, alla partita. Se non fosse una cosa seria si potrebbe ridere, ma davanti alla follia ridere troppo è colpevole. Niente, nessun giornale evidenzia la gestione assurda, scassata, incoerente. Tutti i quotidiani in ginocchio dal superesecutivo. Tutti in ginocchio da Supermario. Poco conta che il Parlamento sia in pratica esautorato dal suo ruolo costituzionalmente previsto. Poco conta che vi sia un governo all in che non ha alcuna correlazione con la volontà popolare. Parlamento e voto sono roba passé, occorre il superpresidenzialismo del salvatore della Patria. Ora, subito, così, di fatto. E allora i media spingono: moriremo tutti, i bambini in trincea, l’Italia guida dell’Europa (che fa ridere in sé se pensiamo che pochi mesi fa il porto di Trieste è passato al comune di Amburgo, che il settore agroalimentare e della moda è in mano francese e automobile e moto, già la cara Ducati, in mano tedesca), qui si che c’è la civiltà mica a Londra, Italia prima nella guerra agli untori e ci finisce dentro anche Nole, tennista irresponsabile e pericoloso. I giornali in preda a un ossequio del potere, a caccia di mostri, a fomentare un orgoglio nazionale molto straccione che rinforzi la svolta presidenziale e ci liberi una volta per tutte dall’inutile prova del voto e dal superfluo ruolo del parlamento. E tutto in nome di cosa? Della democrazia. Che strano concetto di democrazia, ma questo passa il convento. Tutto sommato in linea con la storia del Paese, da sempre fatto da servi in cerca del salvatore della Patria, dell’uomo forte e della Provvidenza, poi da sostituire con uno nuovo all’occorrenza. Un paese alla deriva… democrazia tanta a parole e zero nei fatti. Benvenuti al gran circo italico

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